Firenze 2005

 

 

DIARIO DI VIAGGIO
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INFORMAZIONI PRATICHE
Fin dall'Ottocento molti scrittori stranieri hanno esaltato Firenze come città compendio di ogni bellezza della civiltà italiana: Stendhal vagava per le sue strade medievali in uno stato di deliziato stupore, Elizabeth e Robert Browning sospiravano presi dal suo fascino idilliaco. Anche oggi la prima impressione di molti turisti riconferma questo mito. Firenze fu il cuore pulsante del Rinascimento, grazie al mecenatismo dei potentissimi Medici e a una moltitudine di istituzioni religiose e corporazioni di mercanti e mestieri che posero le basi della ricchezza della città, dove un numero incomparabile di chiese, gallerie e musei ospita le opere degli artisti più eminenti da Giotto in poi: Masaccio, Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Donatello, Botticelli, Leonardo, Michelangelo. Anche se Firenze fu sempre in primo piano, la rivalità fra le varie città fece sì che quadri e palazzi fossero sponsorizzati da chiunque potesse permetterseli. Esplorare Firenze è un'esperienza particolarmente gratificante, anche se occorre riconoscere che il gran numero di turisti che la invade per buona parte dell'anno e il traffico che, malgrado le limitazioni di accesso, ancora soffoca gran parte del centro storico dilatano i tempi di visita. Ma nonostante questi piccoli inconvenienti, i monumenti ripagano il visitatore: uscendo dalla stazione si vede svettare sui tetti la stupenda cupola del Brunelleschi e quando si arriva in piazza del Duomo la vista da vicino toglie il respiro, con il Duomo policromo che si innalza dietro il battistero rivestito di marmo. Da questa piazza, incantati dal fascino della città, si prosegue a piedi verso l'Arno oltre piazza della Signoria, sede dell'imponente Palazzo Vecchio, arrivando dove il medievale Ponte Vecchio pieno di botteghe orafe attraversa il fiume, con la magnifica chiesa di San Miniato al Monte che sfavilla sulla collina retrostante. Sotto la casata dei Medici, i più grandi mecenati dell'Europa rinascimentale, artisti e pensatori fiorentini ispirarono la transizione dalla visione del mondo medievale a quella moderna e chiese, gallerie d'arte e musei di questa città ne sono l'espressione. Si possono seguire le fasi dell'evoluzione del Rinascimento attraverso l'immensa raccolta di quadri degli Uffizi e nelle ricchezze scultoree del Bargello, il Museo dell'Opera del Duomo e la chiesa di Orsanmichele. Ogni quartiere di Firenze vanta una chiesa o una collezione meritevole di una visita accurata; l'enorme Palazzo Pitti costituisce un distretto museale a sé, in quanto ospita una decina di musei, tra cui una galleria d'arte che farebbe invidia a qualunque città. Se poi si volesse fare una gita negli immediati dintorni, non c'è che l'imbarazzo della scelta: con gli autobus urbani si può tranquillamente arrivare a Fiesole e ad alcune ville medicee, e poco distanti sono anche l'interessante città di Prato e due splendidi territori rurali, come il Mugello e il Chianti, che hanno fatto la fama della gastronomia locale. Quando andare : Sarebbe meglio evitare il mese di agosto, quando la maggior parte degli italiani va in ferie e nelle città molti ristoranti e alcuni alberghi sono chiusi per ferie. Firenze d'estate è così affollata di gruppi turistici che visitare le principali attrazioni diventa una sorta di esperienza negativa . Per godersi pienamente la visita, sarebbe meglio andarci poco prima di Pasqua o nel tardo autunno, quando le località non sono sovraffollate di turisti e le campagne fioriscono o si colorano dei toni autunnali. È sempre opportuno controllare quando ricorrono le feste cittadine: trovare un alloggio durante queste punte di stagione è abbastanza faticoso, però alcune sono così piacevoli da meritare un'escursione nei dintorni. Molte feste sono parte integrante dell'immagine delle città dove si svolgono da secoli, come il calcio storico a Firenze, una serie di partite giocate da atleti in costume medievale senza limiti di prese. Innumerevoli sono gli eventi culturali tra cui spicca il Maggio musicale fiorentino - ma, come per eventi più folcloristici, anche le cittadine più piccole hanno la loro stagione culturale - o le sagre eno-gastronomiche nei borghi e paesi toscani.
CURIOSITA’
Di Firenze non ce n'è una sola, ma 32 di cui 30 solo negli Stati Uniti con il nome di Florence ed una in Colombia.
Festa della Rificolona: questa festa, organizzata dall'amministrazione comunale ogni 7 settembre, per il calendario liturgico vigilia della natività di Maria, è una tradizione popolare ancora sentita, di antico folklore. La festa anche ai nostri giorni continua a vedere protagoniste le rificolone, anche se la loro forma non è più quella di una volta. Dalle classiche sagome delle goffe montanine si passò poi a raffigurare fette di cocomero, mezzelune, fanali, che molto spesso gli stessi ragazzi realizzavano con carta colorata su un telaio di stecche di canna e fil di ferro. Adesso il "fai da te" non è quasi più di moda, e "l'acquista e getta" ha dato mercato alle rificolone cinesi d'importazione e a quelle più sofisticate rappresentanti aerei, missili e personaggi tipici dei fumetti, costruite industrialmente. Comunque, comprati o no, i lampioncini variopinti si vedono ancora appesi un po' ovunque, alle finestre dei palazzi, nelle case popolari, sui lungarni e per le strade dove risuona sempre l'antica cantilena di "ona, ona, ona ma che bella rificolona..." , e si consumano i consueti incendi delle rificolone, provocati non più da smodati lanci di bucce di cocomero ma da precisi tiri effettuati con raffinate cerbottane. Negli anni Cinquanta questa pittoresca festa fiorentina si svolse anche sull'Arno e precisamente a monte del fiume, nel tratto fra Bellariva e la pescaia di San Niccolò. Si assisté così alla sfilata delle "rificolone in edizione fluviale": allegorie in cartapesta su maestosi barconi infiorati e illuminati da centinaia di multicolori lampioncini di carta che scivolavano lenti sull'acqua assieme a piccole barchette amorevolmente artigianali, riscuotendo, nel breve viaggio, applausi dall'una all'altra riva.
Capodanno fiorentino: è una delle festività ufficiali del Comune di Firenze e si celebra il 25 marzo di ogni anno. Tale festività ricorda che, per la Città di Firenze, l'anno civile, fino al 1570, cominciava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica aveva collocato la Festa dell'Annunciazione. La festa era stata collocata al 25 marzo in corrispondenza del nono mese antecedente la nascità di Gesù ad indicare la sua Incarnazione. Firenze, legata da sempre al culto della Madonna, decise di considerare proprio la data del 25 marzo come inizio dell'anno fin quando nel novembre 1749, il Granduca Francesco II di Lorena emise un decreto che fissava anche per Firenze il 1° gennaio come data iniziale dell'anno civile.
Scoppio del Carro: questa nota cerimonia risale addirittura ai lontani tempi della prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli. Attualmente nella mattina di Pasqua, scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del calcio storico fiorentino, il carro del fuoco pasquale, detto affettuosamente dai fiorentini "Brindellone", si muove dal piazzale del Prato trainato da due paia di candidi bovi infiorati ed arriva al solito posto, in piazza del Duomo, fra il Battistero e la Cattedrale. I bovi vengono prontamente staccati ed un più moderno filo di ferro, che sostituisce la corda sugnata, viene teso a circa sette metri di altezza, da una colonna di legno, posta per l'occasione al centro del coro, fino a giungere al carro. Mentre si procede a questa sistemazione, dalla Chiesa dei Santi Apostoli, nella piazzetta del Limbo, ha principio il corteo-processione preceduto dal gonfalone di Firenze e dalla bandiera della famiglia Pazzi, con sacerdoti ed autorità, diretto al Battistero dove incominciano le funzioni religiose. Quindi il corteo si trasferisce in Duomo e, alle ore undici, al canto del Gloria in excelsis Deo, viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d'artificio sapientemente disposti sul Brindellone. Inizia con fragore lo scoppio assordante e, sia pure in maniera simbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto. L'imponente mole dell'antico carro si avvolge puntualmente di nubi e scoppi come se l'aria stessa emettesse scintille sempre più luminose. Scintille che ad un tratto non parranno più piccole luci distinte ma una vera pioggia di viola, di rosa, di rosso, di verde, di bianco e di blu. Il profilo del Brindellone scompare del tutto in questo caleidoscopico gioco di colori che, pian piano, unitamente al fumo ed agli assordanti scoppi, si dissipa rendendo nuovamente visibili i marmi del Battistero, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del Campanile di Giotto.
SPECIALITA’ CULINARIE:
Tutta la cucina toscana merita di essere assaggiata per cui non ce la sentiamo di elencare dei piatti tipici, vanno provati tutti !!!!!!

 

 

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